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Come vi accennavo, l’attività domestica è ripresa a pieno e non solo all’interno della casa, ma anche nel giardino e zone limitrofe come portico e balconcino. Insomma, abbiamo i piedi in 100 staffe, ma finalmente comincia a vedersi un po’ di luce all’orizzonte.
Un piccolo passo per il giardino ma grande per me, è stato mettere a dimora l’acero giapponese. Possiedo quest’albero dal 2006, anno davvero funesto e lo stesso anno del ri-incontro con Sweety. E’ stato un regalo di mia sorella e di suo marito, quindi ci tengo in particolar modo.
Sono stata davvero titubante nella scelta del suo futuro nel nostro giardino, visto che l’assenza di alberi e la posizione a sud lo fa apparire più un solarium che un giardino. Ma alla fine, pensa e ripensa, abbiamo trovato un’idea: interrarlo col vaso. Una soluzione apparentemente definitiva, che può permettermi però, in caso di problemi, l’estrazione della pianta senza troppe manovre. L’acero giapponese, in particolare la varietà che possiedo, non ama il sole diretto, ama i terreni acidi ed odia i ristagni d’acqua; il nostro sforzo è stato tutto nel soddisfare queste sue necessità.
Prima di tutto abbiamo ritagliato un cerchio nel prato (che non si butta mai!) e scavato una buca enorme (ragazzi che fatica!) tanto quanto il nuovo vaso che avevo comprato per il rinvaso. In realtà abbiamo poi notato che l’apparato radicale è davvero piccolo rispetto alla chioma, ma ormai avevo speso €32 …
Il vaso in questione è stato bucato per tutta la circonferenza nella metà inferiore per favorire il drenaggio. All’interno, per lo stesso motivo, abbiamo buttato calcinacci sassolini e quant’altro dopo averlo alloggiato nella fossa.
Abbiamo poi gettato la terra acida e posizionato l’albero ma abbastanza in alto, sempre per evitare un ristagno possibile.
A questo punto abbiamo notato che il bordo del vaso ci avrebbe rovinato l’estetica della collinetta, quindi abbiamo deciso di segarlo (questo, in effetti, potrebbe renderci più difficile l’eventuale estrazione futura, ma noi ci poniamo un problema per volta.).
Dopo aver riempito gli spazi tra lo scavo ed il vaso, che rimane in questo modo più stabile, abbiamo creato una collinetta a livello del colletto e l’abbiamo ricoperta di corteccia di pino che, oltre ad evitare l’impianto di erbacce, crea anche un ambiente acido.
La stagione ancora calda ci ha permesso questa mossa in grande tranquillità, ma la prova del nove sarà in estate, quando i forti raggi potrebbero bruciare le sottili foglioline. Dovrò quindi studiare per bene qualcosa in grado di proteggerlo.
In ogni caso in questo progetto ci abbiamo messo tanto cuore e tanta fatica.
Soprattutto quella di Sweety!
ciao Roberta
complimenti per il tuo acero, con tutte le cure che gli stai dedicando credo proprio ti darà tante soddisfazioni… se il giardino non è proprio tanto piccolo perchè non metti qualche arbusto davanti a lui che possa creare un po’ di ombra?
un saluto da un’appassionata di piante e giardini come te
simonetta
Grazie per i consigli Simonetta! P.S. Il tuo blog è fantastico! 😉
Roby…sono già trascorsi sei anni da quando ti abbiamo regalato l’acero!?fate bene ad averne cura, io lo trovo bellissimo e vivo,lo manifesta nei suoi cambiamenti con ogni stagione:)