Viaggio in Sicilia IV parte: Cavagrande del Cassibile e la riserva di Vendicari

  

Ripassando gli itinerari della mia scorsa vacanza, mi sono resa conto di quanto movimento abbiamo fatto e questo post ne è la riprova. Ecco svelato il perchè, nonostante granite brioche e quant’altro, alla fine non abbiamo preso 1 kg!

Siamo arrivati a Cavagrande in seguito ad un consiglio di un amico. Si tratta di un vero e proprio canyon scavato dal fiume Cassibile. Per accedere alla gola basta dirigersi ad Avola antica e seguire le indicazioni. La strada sale molto ed offre belle panoramiche. Tutto quello che la macchina fa in salita, poi lo abbiamo dovuto fare in discesa, a piedi però!

Abbiamo lasciato la macchina in un parcheggio con annesso bar/bagno/docce ed abbiamo iniziato la discesa.

Il percorso non è molto confortevole considerando la pendenza della strada e la presenza di rocce scivolose ed irregolari.

Ma lo scorcio panoramico invogliava a terminare i 2,5 km di discesa!

Il fiume si apre in fantastici laghetti di acqua molto fredda (mai come quella di Acantara!) in stile Laguna blu.

Delle cascatelle uniscono i 5 laghetti principali. Ma è il laghetto minore che mi ha rapito il cuore!

Vi assicuro che le foto non rendono minimamente l’emozione di questo luogo. Ci siamo sentiti come Adamo ed Eva nel Paradiso Terrestre. O Tarzan e Jane, fate voi…

Sarà per questo che, nonostante le avversità, un centinaio di persone era lì a sguazzare?

La risalita può essere molto dura per chi non è allenato. Prendetevi il vostro tempo. All’ingresso una “condanna” arriva dalle guardie ” Mezzora a scendere, un’ora a salire”. In realtà noi ci abbiamo messo rispettivamente 45 e 35 minuti.

Le discese sono sempre dure prove per i miei sensibili alluci! 😉

Dopo una capatina a Noto (non ho fatto belle foto purtroppo, ma la sua fama è mondiale) ed Avola (città molto ordinata) abbiamo cercato di nuovo la natura.

La riserva di Vendicari si trova a sud di Noto. La superficie è di circa 1500 ettari, ai quali si può accedere attraverso 3 ingressi. Quello più a nord porta a Cala Mosche, spiaggia molto decantata.

Ma potevamo noi, Indiana Jones del 2011, stendere un asciugamano e rilassarci al sole? Certo che no! E sotto il sole di mezzogiorno, ci siamo incamminati lungo i sentieri della riserva.

La vegetazione, bassa e tipicamente mediterranea, permetteva un’ampia visuale. All’interno della Riserva, diversi grandi stagni erano la meta di uccelli migratori, osservabili dalle numerose postazioni per il bird watching. Il nostro scopo era arrivare a metà riserva dove, ci avevano detto, ci attendeva un’antica tonnara ristrutturata.

Oltre a questa meravigliosa struttura, al centro della riserva, affacciate sul mare, c’erano anche un’antica casa di pescatori con torre di avvistamento.

Proprio qui, un gentilissimo signore, Paolo Uccello, presidente del consorzio di Vendicari, ci ha raccontato storie ed aneddoti legati al mare. Ci diceva che in base al numero dei tonni pescati, la ciurma innalzava bandiere di diversi colori: bianca, gialla o rossa, a seconda se si era o no superato un determinato peso di pescato. Ma nei giorni fortunati, quando la barca straripava di pesci, invece della bandiera veniva innalzato un cappotto. Di qui il termine “fare il cappotto” a qualcuno, cioè batterlo raggiungendo il punteggio massimo possibile.

Interessante vero?

Spero di non avervi stancati troppo con questi racconti, ma l’italia, in particolare la Sicilia, è così bella che merita di essere visitata prima di qualsiasi altro paese estero e spero di avervi fatto venire un po’ di curiosità!

Baci, baci, a presto!

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Un commento

  1. ernesto says:

    la sicilia è la mia passione,non sono sicilano,ma campano, quest anno sono stato sulla costa orientale, ogni luogo uno spettacolo.

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