Costa Atlantica: la mini crociera sull’Adriatico che fa tornare il sorriso.

  

Vi prego di perdonare la mia lunga assenza ma mi è capitata una di quelle cose che di solito succedono agli altri: una (mini) crociera in regalo! La mia compagna di banco del liceo viene invitata per un congresso, insieme ad altri colleghi assicuratori a bordo di una nave Costa Crociera e, meraviglia delle meraviglie, sceglie me come accompagnatrice! Direi il viaggio giusto al momento giusto, con la persona giusta!

Non ero mai stata in crociera prima d’ora e non sapevo bene cosa aspettarmi. Partiamo da Venezia, le prime emozioni del viaggio sono, quindi, ottime.

Al suo interno, la Costa Atlantica è quanto di più kitch si possa immaginare: 3 ascensori di vetro (più altri 4 interni) salgono i 10 e più piani di questa enorme città galleggiante. Numerosissime le stanze dove trovare ristoro a tutte le ore del giorno e della notte: ristoranti (quello al ponte 9 è aperto praticamente sempre), sala giochi, discoteche, biblioteca, ludoteca ma anche palestra, parrucchiere, spa, vasche idromassagio e quant’altro.

La mattina, stranieri dal sangue di ghiaccio, prendevano il non-sole in costume, mentre i loro figli giocavano in piscina: vedevo tutto questo sorseggiando del tè caldo, sempre disponibile, avvolta nei miei vestiti multistrato. La sera, cena alle 21 in una enorme sala (solo il nostro gruppo era composto da 320 persone!) e, a gran sorpresa, notiamo che tutto il personale è composto da uomini filippini e sudamericani. Non che questo fosse un problema, ma in una nave che credevo fosse italiana, mai mi sarei aspettata di parlare in inglese! Il servizio è impeccabile, e anche se spessissimo non ho gradito il cibo, i sorrisi e la gentilezza del personale mi hanno frenato qualsiasi lamentela. Si, si ok, anche per il fatto che durante le nostre escursioni, a pranzo, facevo il pieno! 😀

La prima breve tappa è stata a Bari.

La parte antica è molto graziosa ma anche molto deserta, inizialmente diamo la colpa all’orario. Grazie al consiglio di un gentilissimo finanziere Angelo, andiamo al ristorante Fra’ Bo, corso Vittorio Emanuele 100. Il pranzo è stato un successone tra orecchiette, gamberi, fritture e quant’altro e la spesa è stata davvero irrisoria. Al ritorno, ore 16, scopriamo che qui i negozi, ancora tutti chiusi, aprono alle 17:30! Possibile mai? Dopo aver visitato il castello e la basilica di San Nicola, un po’ amareggiate ma con la panza piena, torniamo in nave.

La seconda tappa è stata a Corfù. Svegliate all’alba, alcuni pullman ci hanno portato direttamente alla “villetta” della principessa Sissi, villa Achilleion.

So di essere l’unica al mondo a non aver visto gli storici film con Romy Schneider, ma la regia nordica non mi ha mai attirata. Leggerò la biografia, promesso. La casa meravigliosa ospitò Sissi nei periodi più bui della sua vita, quando depressa e con problemi respiratori, si appartava in un angoletto del suo giardino per pensare e respirare un po’ d’aria buona.

Ci dirigiamo poi al centro di Corfù dove la dolcissima guida, Evi Anyfanti ci descrive la piazza Spianada, utilizzata anche per il gioco del cricket e la via, un tempo d’élite, Liston. L’architettura è tipicamete italiana, veneziana per la precisione. Se cercate le tipiche case bianche greche, qui non ne troverete.

Il primo pranzo all’aperto del 2011, lo consumiamo nel ristorante bordo mare Sailing club’s, all’interno dell’antica fortezza in compagnia di simpatiche persone e cibi ricchissimi d’aglio e cipolla.

Dopo pranzo, 4 ballerini di sirtaki, approfittando di qualche nostro bicchierino di troppo, ci hanno coinvolte in comicissimi balli. Tutta la nostra allegria è stata condita da un magnifico sole. Che dire se non…OPA!!!

La visita a Dubrovnik (o Ragusa) è stata breve ma intensa. Siamo arrivati grazie a motoscafi scaricati e caricati sempre da personale filippino; sanno fare davvero tutto!

La città ci accoglie con i suoi fiabeschi tetti rossi, le sue mura intatte, i magnifici palazzi, nonchè una copia della scala di piazza di Spagna a Roma.

Il corso principale Stradun, lastricato da una pietra lucida, finisce nella fontana di Onofrio opera, ovviamente, di italiani.

Una rapida visita alla antica farmacia ed al palazzo del Rettore e poi di corsa al mercatino dove contadini vendono prodotti a base di lavanda e bucce di agrumi zuccherate.

L’ultima serata, la serata di gala, è stata molto bella, in più i camerieri si sono esibiti in un balletto stile Take That, veramente accattivante. Ciò che però mi rimarrà più impressa, oltre all’unico viaggio fatto da sola con la mia compagna di banco del liceo, è la vista che avevo ogni mattino al risveglio.

La foto che vedete non è stata assolutamente ritoccata. Dietro la finestra c’è il mondo e si vede chiaramente senza le barriere di cemento. Spostare la tenda e trovare ogni mattina un panorama nuovo mi ha fatto sentire come Lucy nell’ultima scena di “50 volte il primo bacio”.

Quella vista mi manca. Sempre.

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