Tangled, ovvero, Rapunzel-l’intreccio della torre

  

Ho finalmente gustato la 50esima fatica Disney, Rapunzel e mi è piaciuta parecchio! La storia è una rivisitazione, in chiave meno amara, della fiaba Raperonzolo dei fratelli Grimm. Gli ingredienti principali ci sono comunque tutti: la fanciulla dai lunghi biondi capelli, la sottrazione d’infante, la matrigna possessiva, la torre, il giovane appassionato salvatore.

Mentre nella versione Grimm, la bambina viene ceduta alla strega che punisce il padre colto a rubare “raperonzoli” nel suo orto per esaudire le voglie della moglie in dolce attesa, in Rapunzel la questione è più complessa. La regina-madre viene colta da un malessere proprio in prossimità del parto e l’unica cosa che può salvarla è un fiore dai grandissimi poteri. Peccato che una vecchia e perfida signora abbia messo gli occhi sullo stesso fiore in grado, tra l’altro, di farla ringiovanire. I poteri del fiore passano direttamente alla bambina attraverso la placenta, in particolare nei suoi lunghi capelli. La vecchia sequestra la bambina ancora in fasce, la porta in cima ad una torre nascosta nel bosco e la cresce qui (fingendosi sua madre), convincendola che il mondo esterno non sia che una fonte pericoli e dolori e che tutto ciò che le serve davvero è la sua vicinanza ” E’ un bel dramma senza mamma!”. Ma i regnati non perderanno mai la speranza di ritrovare la loro bambina e festeggeranno per 18 anni il suo compleanno in modo spettacolare, sperando di farle arrivare il messaggio ed il loro amore. Non svelo di più riguardo alla trama.

Finalmente, dopo tanto tempo, un ritorno alle anacronistiche storie d’amore in stile “E vissero per sempre felici e contenti”, delle quali, in questi anni difficili, abbiamo tutti tanto bisogno. Lo stesso richiamo è per le aspettative di un tempo riguardo ai sogni e le potenzialità dei tanto bramati 18 anni.

Riuscitissima l’escamotage delle lanterne, in puro stile Disney, romantico e sognatore. Tanti i richiami alla Sirenetta. In più, un inaspettatissimo colpo di scena finale da lasciare col fiato sospeso. Che dire ancora? Se avete voglia di ridere, sognare e sentirvi liberi, almeno per un po’, questo film d’animazione fa per voi.

P.S. Il personaggio che più mi ha colpita è stato madre Gothel, la matrigna. Mai prima d’ora, in un film Disney, veniva rappresentato l’amore morboso di una “madre” per il proprio figlio. Sotto il nome di amore per sua figlia, la matrigna canta, invece, l’attaccamento alla propria gioventù e la conseguente paura di perderla. I seguente filmato è tutto per lei.

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2 commenti

  1. Véronique says:

    Quanto ci ho pianto!!!! l’ho visto per caso il primo Maggio scorso. Eravamo a casa di amici ed era stato messo x tenere buoni i bambini che, naturalmente, dopo un pò se ne sono andati. Io sn entrata e sono rimasta fino alla fine… e fino alle lacrime!!!

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