Le mie rughe: riflessione semiseria pre-compleanno.

  

Tra pochi giorni sarà di nuovo il mio non-compleanno (sono nata il 29 febbraio).

Quest’anno compirò una bella età (anche se i sessantenni che ho intorno ridono a questa frase) e, purtroppo, ne vedo i segni.

Non mi riferisco alle zampe di gallina che ho intorno agli occhi, quelle sono il marchio di fabbrica della mia famiglia, le ho io, mia sorella, mio padre, mia madre ed anche la mia cagnolina Holly! 😀

So che è bello avere un contorno occhi disteso, ma in fondo, dal numero delle zampe di gallina si può capire quante volte una persona ha riso nella vita (un po’ come i cerchi del tronco per l’età dell’albero), o, almeno, quante volte ha avuto pensieri felici che hanno alzato gli zigomi strizzando la pelle sovrastante.

Non sono un segno dell’età neanche i kg di troppo, i miei sono 4-5.  Ho attraversato periodi di grande magrezza, sempre associati a grandi stress: esami, perdita di un lavoro o di un amore e dispiaceri vari che hanno sempre causato in me un dimagrimento. Il fatto che adesso, pur non mangiando schifezze io non perda peso, potrebbe tra l’altro, essere sinonimo di una (intermittente) pace interiore. E quindi neanche questo lo considero un vero segno degli anni accumulati.

Osservando il mio viso allo specchio e trovandomi diversa noto qualcosa, impercettibile fino a qualche anno fa, ma un chiodo fisso per me ora: le rughe dell’amarezza.

Avete presente quei tratti che i creatori di Manga disegnano sui visi dei personaggi per renderli più vecchi? Intendo quelle linee che partono dall’angolo della bocca e vanno in basso, come a prolungare la commessura labiale.

Avete mai visto un bambino piangere? Non un adulto trattenuto, ma un bambino che non ha paura di essere brutto nei suoi momenti di disperazione? Beh, la prima cosa che si deforma e che anticipa le imminenti lacrime, sono gli angoli della bocca che iniziano ad ammiccare verso il basso.

Ovviamente questi segni sono più evidenti in chi, come me, ha già gli angoli della bocca all’ingiù, ma credo fermamente che siano accentuati da tutte le lacrime NON piante.

Per piangere (ma bene però, come un neonato!) ci vogliono 67 muscoli, quindi, se le rughe dell’amarezza fossero causate dal pianto, dovrei avere almeno altri 65 piccoli segni, logico no? 😀

La morale della favola, amici miei, è che l’amarezza fa invecchiare, quindi non pensiamoci troppo su, viviamo viaggiamo, conosciamo e facciamo, nei ritagli di tempo, quello che ci rende felici.

Le zampe di gallina aumenteranno ma ora sappiamo che non è un brutto segno!

3 commenti

  1. Mammut says:

    Frase classica di consolazione: “L’importante è sentirsi senza rughe dentro” e tu non ne hai, tranquilla!

  2. Michela says:

    Hai ragione…come sempre continuerò a fare le cose che mi rendono felice, nel limite del possibile, almeno quando finirò col culo per terra mi sarò tolta qualche soddisfazione:)

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