Ragione e sentimento di Jane Austen.

  

Non so davvero come abbia fatto ad arrivare alla mia veneranda età senza aver mai letto un libro di Jane Austen, eppure è successo.

La New Compton Editori, italianissima nonostante il nome, ha raccolto tutti i suoi libri più importanti in uno solo nella serie I Mammut, ordinandoli secondo gli anni di pubblicazione (costo €14,90). Ed io ho iniziato dal secondo, vista la fama del titolo: Ragione e sentimento.

La trama può essere semplicemente riassunta così: in seguito alla morte del marito, la signora Dashwood si trasferisce con tre figlie, in un cottage nel Devonshire. Qui conosceranno lontani parenti e diversi  baldi giovani che faranno la gioia e la disperazione delle ragazze. E la ragione, alla fine, prevarrà sul sentimento.

Voglio raccontarvi per filo e per segno le mie sensazioni.

Considerando che i minuti dedicati alla lettura sono di solito, per me, prossimi alla mezzanotte, ho avuto serie difficoltà nel seguire la compitezza dello stile di scrittura dei primi dell’800. Non mi era mai capitato d’imbattermi in un linguaggio così “educato”  nonostante frasi pungenti come questa:

“(…) anche se le trattava con la massima cortesia, non le aveva in simpatia; siccome non adulavano né lei né i suoi bambini, non poteva giudicarle generose”

Una volta capito il giusto approccio è stato tutto più facile. Non è così immediato per una donna di oggi che è (e sarà) una donna lavoratrice, indipendente nelle proprie scelte, soprattutto sentimentali, entrare in sintonia con le protagoniste, Elinor e Marianne: le due sorelle trascorrono le giornate passeggiando, leggendo, dipingendo e facendo le dame di compagnia a parenti e conoscenti, nella speranza che l’uomo dei loro sogni (ovvero con un certo reddito) bussi alla loro porta per chiederle in spose.

Ecco, ad una prima lettura questo cominciava a spaventarmi. Invece poi qualcosa mi ha catturata. La capacità di osservazione della Austen è formidabile, riesce a descrivere caricature di persone (che tutti possiamo associare a qualche conoscente) con frecciate che farebbero impallidire le nostre primedonne, ma riesce a farlo sempre con grande educazione, con un’ironia molto sottile, che può passare inosservata a persone che mancano di questa qualità.

“(…) la sua gentilezza, il cui effetto era accentuato da quel visino così delizioso, non poteva non risultare attraente, e la sua insulsaggine, anche se rimaneva evidente, non disturbava, perchè era priva di qualsiasi presunzione; così Elinor le avrebbe perdonato tutto, eccetto le sue risate.”

Mi hanno colpita perle di saggezza come questa: “Un uomo che non sa che fare del proprio tempo, non è mai consapevole d’invadere quello degli altri”. L’ho sempre pensato, ma non avrei mai saputo dirlo così bene!

Come dicevo, le situazioni descritte riguardano solo aspetti più futili e sentimentali del periodo, senza richiami storici o politici. La visione dell’autrice non fuoriesce mai dalla campana di vetro che imprigiona tutti i personaggi femminili del libro. E tra le righe, sembra quasi d’avvertire il grido muto di un’autrice che non ha mai potuto firmare le proprie opere. La sua identità fu resa nota solo dopo la sua morte ed è ovvio che questo non sarebbe mai accaduto se fosse nata uomo.

Mia cara Jane, se solo sapessi che dopo due secoli la situazione non è poi così diversa…

I am Marianne Dashwood!

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P.S. Come al solito, sono andata a spiluccare un’eventuale versione cinematografica del romanzo, ed ho trovato una versione di Ang Lee del 1995. Elinor è rappresentata da Emma Thompson, la mia amata (e giovanissima) Kate Winslet presta il volto a Marianne, mentre tra gli uomini che fanno palpitare i loro giovani cuori ci sono Hugh Grant, Alan Rickman ed un certo Greg Wise, che, oltre a rappresentare il bellocccio di turno, Willoghby, è anche il marito della Thompson.

Il film segue abbastanza fedelmente il romanzo, ne esalta l’ambientazione nella meravigliosa campagna inglese, i deliziosi abiti in stile impero dai colori pastello e dà un volto ai personaggi che si possono solo immaginare leggendo.

Impossibile rendere però, l’ironia, la forma ed il distacco narrativo dell’autrice.

Come in tutti i casi, ma in particolar modo in questo, consiglio di leggere prima il libro.

10 commenti

  1. MOnica says:

    Ciao Roberta! l'”Uragano Natale” è passato! E’ stato molto faticoso, ma per fortuna è andata alla grande per il nostro negozio! Ho letto ora le tue impressioni sulla Austen….è la mia autrice preferita….così pungente….arguta….insomma eccezionale. Io trovo che sia modernissima. Mi piacerebbe molto avere la sua stessa capacità di osservazione (anche se in verità ritengo di averne una certa dose…ma non come vorrei) ma più di tutto la sua capacità di colpire (per non dire “uccidere”) in modo così garbato…..che classe ragazzi! li ho letti tutti i suoi libri, anche se un paio non mi hanno fatto impazzire. Anche Edith Wharton mi è piaciuta tantissimo….ho letto praticamente tutto di suo. MOlto bello è “l’età dell’innocenza” … dopo aver letto il libro ho visto il film e, strano a dirsi, devo ammettere che è stato realizzato in maniera egregia! Pari Pari! quanto al genere maschile, il mio autore preferito rimane sempre e comunque Maupassant…..unico! Ti auguro buon anno….speriamo che sia bello, alla faccia di tutte le cattive notizie che ci danno ogni giorno! Ciao! Monica

  2. mammut says:

    Benvenuta nel gruppo delle ammiratrici di Jane Austen, è vero, sempre meglio prima il libro, specialmente per Orgoglio e pregiudizio,
    Elisa e Valeria

  3. Roby says:

    Elisa e Valeria, grazie per il benvenuto! Ho iniziato ieri sera Orgoglio e pregiudizio, vi saprò dire (comunque amo Kate quanto detesto Keira, quindi ci credo già in partenza).

  4. Roby says:

    MONICA, sono felicissima per la tua stupenda attività! I fiori saranno per sempre il regalo più bello.
    Per il resto, ma quante informazioni utili che mi hai dato! Sono sempre alla ricerca di nuove sperimentazioni letterarie (non nego di aver letto alcune pagine del libro PSICOLOGIE DELLE MASSE E ANALISI DELL’IO di Freud, prima di iniziare Orgoglio e pregiudizio, ieri sera). Cosa mi consigli di Maupassant?

  5. Francesca D. says:

    Cara Roberta, prima di tutto complimenti per il blog, è un angolino davvero delizioso^^
    Su ‘Ragione&Sentimento’ mi trovi pressochè concorde: a prescindere dal fatto che il mio preferito è Persuasione (che è l’ultimo e il più maturo dei suoi libri), anche gli altri meritano indubbiamente di essere letti. Jane era davvero formidabile nella capacità di penetrare l’animo umano, anche se, come dici tu, i suoi libri sono, per quanto mi riguarda, piuttosto datati. Non sono mai riuscita a definirla un’autrice moderna, sebbene ne apprezzi la scrittura, perchè, fortunatamente, le donne di adesso, o almeno la maggior parte, hanno altro da fare che, come dici tu: leggere, passeggiare e aspettare un uomo con una cospicua dote che le tragga in salvo!

  6. Sara Prestigiovanni says:

    Finalmente aiutata sono riuscita ad inserire i miei dati. Comprero’ il volume di Jane Austen, sono molto curiosa………..A presto! Auguri Buon Anno!

  7. Roby says:

    Ciao Francesca! E’ meraviglioso averti qui! Quando arriverò a leggere Persuasione ti contatterò per un confronto! 😉 A presto.

  8. monica says:

    Ciaoooo…..ho letto tantissimo negli anni scorsi (ora un po’ meno, preferisco cucire). Mi è sempre piaciuto leggere, ma non avevo un gusto in particolare. Ad un certo punto della mia vita, a causa di un grandissimo dolore, ho sentito forte l’esigenza di dirottare i miei pensieri altrove per non pensare a ciò che era successo. Mia cognata mi ha prestato un libro della Austen…..”Persuasione”….ma non essendomi mai accostata a questo genere non l’ho apprezzato, con grande disappunto di mia cognata. Allora mi ha passato Orgoglio e Pregiudizio….ed allora ho iniziato ad appassionarmi al genere. Tant’è che da allora non sono più riuscita a leggere un libro di autori contemporanei. Solo di quell’epoca. In primis Maupassant (bellissimo “Una Vita”, Bel-ami etc), Stendhal (il rosso e il nero, la certosa di Parma…) la wharton, Gustave Flaubert, Emile Zola, Dumas (la signora delle camelie), Nathaniel Hawthorne (la lettera scarlatta), thomas mann (I Buddeebrok), Ghoete (Le affinità elettive, i dolori del giovane Werther), Emily Brontë (Cime tempestose), Charlotte Brontë (Jane Eyre), Honorè del Balzac (meravigliosamente bravo a cogliere tutti i caratteri umani), Tolstoj (Anna Karenina….sublime!) e tanti tanti altri. Non voglio annoiarti. Ma sei vuoi qualche dritta, chiedimi pure. Buon anno e……buona lettura! (se cominci con questo genere presto ne diventerai golosissima!) ps. mi sono spinta anche a leggere Dostoevskij…..un pacco allucinante. Mai più! Ciao Monica

  9. Michela says:

    Incuriosita dal tuo articolo ho letto e poi visto “Ragione e Sentimento” e devo dire che entrambi li ho amati e non avrei mai creduto di poter leggere un romanzo dell’800 con tanto trasporto! Insomma l’inizio un pò noioso ma dal momento che ti affezioni ai personaggi e alla storia non vedi l’ora di arrivare alla fine. Elinor la ragione e Marianne il sentimento all’inizio ma alla fine le cose si invertono tanto per far capire che serve un pò dell’una e un pò dell’altro…meraviglioso! Il prossimo sarà “Orgoglio e pregiudizio” e poi credo proprio che mi dovrò dedicare a “Cime tempestose” anche se di un’altra romantica autrice sarà bello fare un confronto:)

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