Vivo in una bolla: consigli per l’allattamento.

  

Amici carissimi, come state? Dovete perdonare la mia assenza, ma credo mi giustificherete, vero? Le giornate volano via quasi tutte tra le dolci mura domestiche, ma va bene così. Fosse stata primavera, avrei approfittato per spiegare le basi del giardinaggio al piccolo, ma invece siamo in pieno inverno e l’unica cosa che posso insegnare al bimbo è l’importanza di un abbraccio, della vicinanza, del “vedersi” (cit. Avatars). Così, senza il pensiero del lavoro (si fa per dire), vivo in una bolla d’amore insieme al mio piccolo e al suo papà.

In molte ci siete passate e in molte ci passerete: i primi mesi sono unici, ma possono essere molto difficili, per questo voglio condividere la mia (brevissima) esperienza di neomamma, con la speranza di dare spunto, aiuto e conforto a qualcuna delle lettrici.

Allattamento

In caso di parto cesareo, il mio caso, il latte arriva dopo circa 4 giorni e quando arriva è un’esondazione! Mi sono sentita così fortunata! Considerando come era andato tutto, avevo forti dubbi sulla possibilità di allattare. Invece il latte arriva perchè è la cosa più naturale ed ovvia che Madre Natura abbia studiato per la prosecuzione della specie.

Nel corso della gravidanza (ma anche dopo, se questo può dare speranze sul tempo a disposizione) ho letto diversi libri e articoli a riguardo. Tutti sono concordi nell’affermare la stessa cosa: in condizioni fisiologiche, il latte c’è sempre, o almeno, nel 99,9% dei casi ed è sempre buono.

Purtroppo diversi modi di pensare hanno invertito cause e conseguenze della carenza di latte: “Ho poco latte, quindi ogni tanto dò l’aggiunta”. In realtà, ho letto e sperimentato sul campo, che è proprio il bimbo con la sua intensità e frequenza di suzione a stimolare la formazione del latte. Se le poppate saltano per via dell’aggiunta, al seno arriva il messaggio “produci meno, tanto non serve”. Così la mamma, alle prime armi e, per questo ansiosa e preoccupata, vedendo sempre meno latte, aumenta le aggiunte. E l’allattamento al seno volge al tramonto.

Purtroppo le voci intorno alla neo-mamma sono tante, TROPPE, mentre gli studi sul funzionamento dell’allattamento sono relativamente recenti.

Difficile spiegare alla mamma (la mia in particolare) che se il bimbo vuole poppare anche ogni ora non è perchè sta morendo di fame (“Non è che hai poco latte?”), ma perchè sta crescendo in modo esponenziale. Ogni bimbo ha il suo ritmo, così uno che ciuccia 5 minuti può prendere 120 gr ed uno che rimane attaccato 40 minuti, appena 40 gr. Solo l’aumento di peso ed i pannolini bagnati (almeno 6) ci danno giuste indicazioni. Ovviamente, il controllo mensile dal pediatra ci confermerà la nostra sensazione quotidiana.

Ho una bilancia prestata da un’amica, ma credo di averla usata 2-3 volte. Un peso-contro peso random ci sta, ma nelle mani sbagliate, la bilancia può diventare una causa di ansia inutile: in una poppata il bimbo può assumere 40 gr (PANICO!), la poppata successiva 100 gr.

Detto questo, anche se mio figlio è un tipo smilzo (secco e lungo), le tutine 1 mese sono irrimediabilmente corte e di pannolini ne bagna 10/12 al giorno: questo per me è un indice più che sufficiente!

A mia madre ho mandato un filmato del mio seno sgocciolante, il messaggio è arrivato chiaro :-)

Piccoli consigli:

– Usate il cuscino da allattamento soprattutto se, come me, avete il seno piccolo; le vostre braccia e la vostra schiena vi ringrazieranno

– I primi giorni il bambino può essere molto assonnato, deve riprendersi dallo shock del parto. Niente panico, attaccatelo comunque, quel periodo passa molto rapidamente!

– Se avete problemi nel far attaccare il bebè, potete aiutarvi i primi giorni, col paracapezzolo in caucciù o silicone, nelle 3 taglie L-M-S

– Il vostro pediatra vi consiglierà sulla modalità di allattamento, ma quasi tutti ora propendono per quello “a richiesta“. Ovviamente, questo deve poter conciliarsi con la vita della neo-mamma. Io ormai sono un ciuccio con 4 arti, ma sapendo che (troppo) presto dovrò tornare al lavoro, durante il 3°mese di vita, cercherò di stabilire degli orari approssimativi di poppata. Con la speranza di non dare messaggi sbagliati al seno; è un peccato, una violenza innaturale dell’era moderna. Meglio non pensarci…

– Tanto per non farmi mancare nulla, esattamente 6 giorni dopo la “calata lattea“, ho avuto un ingorgo mammario con dolori e febbre. Tranquille, succede solo a poche fortunate! In tal caso, impacchi con asciugamani o pannolini grandi bagnati con acqua calda, una tachipirina, massaggi per sciogliere gli accumuli induriti e dolenti. Una brava ostetrica saprà spiegarvi il modo migliore per pompare fuori il latte in eccesso (mungervi, insomma). Altrimenti, io ho affittato l’ormai demonizzato tiralatte elettrico. Me lo hanno portato a casa, ho pagato € 60 per un mese ed è stata una salvezza. All’inizio il seno non sa per quante persone deve produrre (al mio sarà arrivato il messaggio di parto pluri gemellare) e il tiralatte aiuta ad alleviare la tensione ed il dolore, in più, dà la possibilità di conservare un latte tuo da somministrare, che so, prima di andare a letto, dopo la poppata serale. E questa sì che è un’aggiunta!

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